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Messaggio Da Eugenio Poloni Gio 11 Mar 2010 - 12:29

Quest’anno l’apertura della pesca alla trota è stata molto diversa per me: ho portato mio figlio (10 anni ...) ancora sprovvisto, per via dell’età, di licenza ma regolarmente in possesso di tesserino regionale per la pesca nelle acque di cat. “A” e “B”.

A quel tesserino teneva moltissimo e appena glielo ho dato, insieme a quello per la zona no kill, entrambi con il logo del nostro Club, se li è studiati in ogni loro parte e li ha gelosamente riposti nella tasca “sicura” del giubbetto da pesca.

Vista la quantità e il colore delle acque, circa la tecnica da utilizzare, sono dovuto scendere a compromessi: il “verme” era l’unica chance per sperare di avere in canna un pesce!

Tanto per far salire un po’ la “febbre da apertura”, il venerdì precedente l’ho portato nel negozio di pesca a comperare degli ami (avevo scoperto che quelli che avevo, dopo decenni di inutilizzo erano completamente arrugginiti ...), lombrichi e camole.

Il negozio era, ovviamente, superaffollato e l’atmosfera frizzante e carica di attese. “Beati loro”, ho pensato; a me, da anni, dell’apertura non mi importa proprio niente (anche se non rinuncio alla tradizionale uscita ...) e, in più, l’affollamento di pescatori mi deprime, così come mi deprimono le desolanti catture di trote “seminate” generosamente dalla Provincia, prive di pinne e ancora puzzolenti di mangime. Ovviamente ho tenuto per me queste considerazioni, mentre Federico era entusiasta degli acquisti fatti, tanto che, arrivati a casa, approfittando dell’assenza della madre ha allineato le “deliziose”camole sul pavimento della cucina e fatto profondi studi sulla struttura dei lombrichi (mi ha chiesto anche da che parte stava la bocca: nella risposta ho ostentato sicurezza, ma non so se ci ho preso ...).

La mattina del giorno fatidico, sveglia prima dell’alba e appuntamento con un amico (anche lui alle prese con figli appena più grandi del mio ...) su un tratto del Chienti notoriamente oggetto di ignobili semine di trote “pronta pesca”. Nella scelta del posto avevamo concordato di dare la priorità alle esigenze dei figli, quindi tratti “facili”, privi di pericoli, e con possibilità di far allamare qualche pesce, ..... senza andare tanto per il sottile.

Piazzo Federico ( ... imbacuccato all’inverosimile) sulla sponda di una corrente lenta e uniforme, abbastanza sgombra di ostacoli e dopo le ultime raccomandazioni lo affido alla vigilanza del figlio maggiore del mio amico; io mi sposto sulla riva opposta, un po’ più a valle ma sempre in contatto visivo.

Poco a poco arriva altra gente, anche io comincio ad essere preso, nonostante tutto, dalla pesca e mi “dimentico” per un po’ di Federico. Poi, improvvisamente lo vedo armeggiare a terra, aiutato dal suo “vigilante”: immagino qualche colossale intreccio, però ogni tanto si volta verso di me gesticolando e dicendomi qualche cosa che, per il fragore dell’acqua non capisco; infine si china sul prato e mi mostra una trota appena catturata, la sua prima trota!

Vorrei abbracciarlo e, forse, la mia gioia è superiore alla sua! Mi vengono in mente tante cose: la mia prima trota, presa molti molti anni fa, il tempo che passa, il desiderio che possa apprendere (anche) dalla pesca la conoscenza, il rispetto e l’amore per la natura, la speranza che il ricordo di questa giornata, passata insieme, sia uno di quelli indelebili, che conserverà per tutta la vita .... .

Poco dopo lo raggiungo e grazie ad alcuni consigli (e a pesci piuttosto votati al suicidio) riesce a prendere qualche altra trota. Poiché normalmente rilasciamo il pescato, a ogni cattura mi chiede se può trattenerla: intuendo il suo desiderio, gli dico che, se vuole, può cestinarne fino al numero consentito dal tesserino, purché siano abbondantemente di misura.

Una cosa strana era che anche gli altri pescatori presenti, abbandonando la consueta ritrosia, competitività e invidia nei confronti della “concorrenza”, seguivano con apprensione le sue catture accompagnandole con complimenti, incoraggiamenti e consigli ....; insomma penso si sia sentito, per una mattinata, al centro dell’attenzione.

Lungo il tragitto di ritorno verso la macchina, abbiamo avuto i controlli di rito da parte delle guardie provinciali: Federico ha sfoderato con orgoglio il suo tesserino con su annotate le catture, ricevendo un’altra dose di complimenti da parte delle due gentili signorine in divisa .... .

E’ stata, insomma, una bella giornata: chissà se la passione per la pesca resterà o sarà fagocitata da computer, videogiochi e le altre mille diavolerie che il consumismo ci ha regalato. Se resterà, verrà il tempo di parlargli della “farsa” dell’apertura della pesca alla trota, della dinamica delle popolazioni ittiche, dei prelievi sostenibili e quanto altro: un’altra volta però, non oggi.

Eugenio Poloni

Data d'iscrizione : 02.11.09

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